Il destino di Isabella by Susan Hastings

Il destino di Isabella by Susan Hastings

autore:Susan Hastings [Hastings, Susan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-06-12T12:00:00+00:00


1. Reggente di Francia in rappresentanza del fratello minorenne, il futuro Carlo VIII; figlia maggiore di Luigi XI.

2. Ebraico: Ofir; mitologica e ricchissima regione citata nel Vecchio Testamento della Bibbia (I Libro dei Re, 10,11; I Libro dei Re, 11,48; II Libro delle Cronache, 8,18; II Libro delle Cronache, 9,10).

3. Antica città ormai in rovina vicina all’odierna Hyderabad.

4

I re cattolici

Da anni il grande sogno di Rodrigo Borgia era di ascendere al Soglio di Pietro. Da fine tattico qual era, sapeva però di dover portare pazienza. Papa Sisto IV era anziano, debole nel corpo e nello spirito. Presto o tardi il Signore lo avrebbe richiamato a sé e allora non vi sarebbero più stati ostacoli sulla sua strada. Avrebbe fatto molto di più dell’attuale pontefice della Rovere, al quale, tuttavia, sebbene gli anni lo avessero trasformato in un vecchio dissoluto e insopportabile, la sua famiglia restava saldamente aggrappata. Grazie a lui, svariati nipoti e altri parenti erano stati sistemati non soltanto all’interno degli uffici cardinalizi ma anche in ambito ecclesiastico e temporale.

Da lungo tempo a dirigere la politica papale era il nipote del Santo Padre, Giuliano della Rovere che, a differenza dello zio, conduceva un’esistenza senza vizi, amanti e figli. Scaltro, dotato di una volontà di ferro, padrone di sé e spietato, puntava a sua volta al Sacro Soglio. Al prossimo conclave sarebbe stato votato da molti cardinali che, come lui, aborrivano la vita sfrenata. Ma non sarebbe stato un obiettivo facile da raggiungere…

Rodrigo Borgia non era uomo da rinunciare con facilità. Quando, nell’agosto 1484, papa Sisto IV rese l’anima a Dio, il cardinale era fermamente convinto della propria nomina. Doveva porre solo attenzione al suo più accanito concorrente, Giuliano della Rovere. Le cose però andarono in maniera diversa.

Alla vigilia del conclave, Giovanni Battista Cybo, un tempo vescovo di Savona e Molfetta e nominato cardinale nel 1473, corruppe gli altri elettori spalancando i forzieri e assicurandosi così l’ambita carica. A Rodrigo Borgia, fissato solo su della Rovere, non restarono che le briciole.

Cybo, che scelse il nome di Innocenzo VIII, era anche lui un pontefice debole non soltanto per via della salute compromessa, ma anche perché della Rovere continuava a manovrare nell’ombra e a influenzare il quadro politico. Innocenzo si impelagò in una guerra contro il re di Napoli, Ferrante, che rifiutava di versargli il tributo dovuto. Il suo papato fu contraddistinto da perduranti problemi finanziari, come anche dalla sua dissolutezza. Gli furono attribuiti sedici figli, ai quali prodigò senza vergogna e senza badare a spese ogni sorta di incarico. Tra il clero romano, abituato a simili comportamenti, correva voce che “octo Nocens pueros genuit, todidemque puellas. Hunc merito poterit dicere Roma patrem”1.

Quasi sinistra fu l’esternazione del carismatico predicatore Girolamo Savonarola, critico inflessibile del malcostume imperante nello Stato Vaticano, che affermò di poter predire il giorno esatto della sua dipartita.

La previsione di Savonarola si avverò. A sessant’anni, il 25 luglio 1492, papa Innocenzo VIII si congedò dal mondo terreno.

Le speranze di Rodrigo Borgia rifiorirono e, questa volta, non esitò a sfoderare le medesime armi dei predecessori.



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